Domani, lunedì alle 17.45, alla Biblioteca di via Mameli, il professor
Fulvio Salimbeni presenterà il libro "Fratelli d'Istria" (Edizioni Mursia)
dello storico Guido Rumici. L'iniziativa è promossa dal comitato provinciale
dell'Associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, di cui il Rumici è
anche socio e conferenziere. Rumici, nel 2002, sempre con la casa editrice
Mursia di Milano, ha pubblicato "Infoibati. I nomi, i luoghi, i testimoni, i
documenti", con cui ha delineato, sulla base anche di documenti spesso
inediti di fonte inglese, slava e italiana, l'intera vicenda del confine
orientale d'Italia negli anni del secondo conflitto mondiale e del
dopoguerra. Docente di Economia aziendale, pubblicista e ricercatore di
Storia ed economia regionale, è autore di numerose pubblicazioni di
carattere scientifico e, in particolare, ha pubblicato articoli e saggi
sulla storia della Venezia Giulia e della Dalmazia, vincendo diversi premi.
"Fratelli d'Istria" è un libro che, secondo la critica nazionale, narra
forse per la prima volta in modo organico, le vicende avvenute sul confine
orientale d'Italia, nella Venezia Giulia, dal 1945 fino a oggi. Dopo aver
descritto l'esodo sia dal punto di vista delle sofferenze di quelli che
lasciarono le proprie case, sia dal punto di vista numerico e statistico,
l'autore si sofferma poi a fondo sul problema di coloro che fecero invece la
scelta opposta e decisero di rimanere ad abitare sotto il regime del
maresciallo Tito. È questa la parte del libro più innovativa poiché finora
poco si era scritto in Italia su coloro che erano rimasti oltre confine e
che, nel volgere di pochi anni, divennero un'esigua minoranza, in un clima
di crescente assimilazione. Il libro di Guido Rumici è, a tale proposito, un
utile strumento proprio perché descrive fatti e numeri da un punto di vista
oggettivo, senza mai dare spazio a valutazioni di tipo personale, lasciando
perciò al lettore l'opportunità di farsi un'idea autonoma sull'argomento. I
capitoli più interessanti per capire la storia di coloro che rimasero in
Istria e a Fiume sono senz'altro quello dedicato al problema delle scuole
italiane, alla difesa di quel poco che restava della lingua italiana in
loco, alla caduta del comunismo e alla nascita dei nuovi Stati dopo la
dissoluzione dell'ex Jugoslavia, nonché, infine, all'attualità e alle
prospettive di coloro che ancor oggi si dichiarano italiani.